Voigtländer 28 mm f/2 Ultron

Il classico obiettivo grandangolare che non ti deluderà mai.

Dopo una breve panoramica del super grandangolo 15 mm f4,5, passiamo ora a esplorare un eccellente grandangolo da 28 mm. Un vero “must have”!

Rispetto al 15mm f4,5, questa ottica si distingue per la sua maggiore luminosità offrendo un’apertura massima di f2.

Analizziamo con maggiore dettaglio il concetto di luminosità nell’ottica.

Luminosità

La “luminosità” di un obiettivo fotografico, anche nota come “velocità”, è determinata dalla massima apertura del suo diaframma, espresso dal valore f/numero. Più questo numero è basso, maggiore è la capacità dell’obiettivo di trasmettere luce al sensore fotografico. Ad esempio un obiettivo con un’apertura di f/2 consente il passaggio di molta più luce rispetto ad uno con un’apertura di f/4,5, risultando molto più efficace in condizioni di scarsa illuminazione.

Il valore f si determina dividendo la lunghezza focale dell’obiettivo per il diametro di apertura massima del diaframma:

f = lunghezza focale (F)​ / diametro della massima apertura (D)

Gli obiettivi con una focale di 28mm e diaframma massimo di 14mm avrebbero tutti una luminosità nominale di f2 (f = 28/14). In realtà ci sono ulteriori fattori che entrano in gioco modificando la quantità di luce passante come il numero e il tipo di lenti che compongono l’ottica.

Il rapporto menzionato sopra è comunemente noto come rapporto focale o f-Stop (f) e può essere regolato agendo direttamente sulle ottiche analogiche, ad eccezione degli obiettivi catadiottrici che presentano un rapporto focale fisso.

Le ottiche analogiche ed i corpi macchina digitali permettono di regolare gli f-Stop con incrementi di 1/2 stop o 1/3 stop. Convenzionalmente, i valori unitari degli f-Stop sono determinati seguendo una progressione geometrica con una ragione di √2. Ad esempio, nel caso del 28mm in esame gli stop sono identificati con f/2f/2,8f/4f/5,6f/8f/11f/16f/22:

Scala della ghiera dei diaframmi del Voigtländer 28 mm f/2, regolabile con passi da 1/2 stop.

In definitiva gli f-Stop indicano la quantità di luce che passa nell’ottica e raggiunge il sensore. L’f-Stop determina quell’apertura di diaframma, stabilità in sede di fabbricazione dell’ottica, necessaria a far passare una determinata quantità di luce al sensore indipendentemente dalla lunghezza focale e dalle caratteristiche delle lenti che compongono l’ottica.

Precisiamo però che tale valore, da solo, non determina il risultato dell’esposizione. Infatti con esso entra in gioco un altro importante fattore che è il tempo di esposizione a cui è sottoposto il sensore fotografico. E’ noto che diaframmando (chiudendo il diametro del diaframma) aumenta conseguentemente il tempo di esposizione (come abbiamo visto in precedenza aumenta anche la profondità di campo, ovvero l’estensione della nitidezza della ripresa).

Tempo di esposizione

Il tempo di esposizione dipende dalla quantità di luce che attraversa l’obiettivo che come visto è funzione dell’apertura del diaframma ed espressa dagli f-Spot. Per impressionare un sensore fotografico, scattando una fotografia in un giorno assolato, il tempo di esposizione può essere di 1/125 di secondo (8 millesimi) con apertura di diaframma anche di f11. Nel mio caso, tale tempo di esposizione rappresenta anche il mio limite per riuscire a fotografare a mano libera (senza supporto aggiuntivo, come mono-piede, cavalletto, base d’appoggio..). Tale tempo di esposizione (1/125) ed apertura (f11) è indipendente dalla lunghezza focale!

Tornando al confronto tra le nostre ottiche da 15mm e da 28mm, impostando per entrambe il valore di diaframma f11, calcoliamo l’area della pupilla (area della cerchio) attraverso le quali passa la luce per raggiungere il sensore:
D(15mm, f11) = 15mm/11 = 1,36mm >> Area(15mm, f11) = π (1,36/2)2 1.45 mm2
D(28mm, f11) = 28mm/11 = 2.54mm >> Area(28mm, f11) = π (2.54/2)25.07 mm2

L’area della pupilla del 15mm risulta grande appena il 28% di quella del 28mm. Tuttavia entrambe le pupille lasciano passare la stessa quantità di luce per via delle caratteristiche delle ottiche. Ad esempio, la pupilla del 15mm è più vicina al sensore rispetto a quella del 28mm, l’angolo di campo del 15mm (110°) favorisce una maggiore concentrazione di luce dispetto a quello del 28mm (75°), ecc. Questa verifica ci aiuta a comprendere la ragione per la quale gli obiettivi di lunga focale soprattutto se molto luminosi siano anche molto voluminosi con importanti diametri delle lenti.

Introdotti i concetti di luminosità e tempo di esposizione (che saranno certamente ripresi in futuro), vediamo in quali circostanze può essere utile il ricorso ad ottiche luminose.

Pregi della luminosità

  • giocare con la profondità di campo: obiettivi con un’apertura maggiore (numero f/ più basso) permettono di ottenere uno sfondo più sfocato (effetto bokeh), ideale per ritratti o per far risaltare il soggetto.
  • prestazioni in condizioni di scarsa luminosità: un obiettivo più luminoso consente di scattare in condizioni di luce scarsa senza dover aumentare troppo gli ISO (scala della velocità della pellicola/sensore) o ridurre la velocità dell’otturatore.
  • qualità dell’immagine: spesso, gli obiettivi più luminosi sono associati a una migliore qualità dell’immagine, con maggiore nitidezza e contrasto qualora impiegati anche con diaframmi più piccoli.

Difetti della luminosità

  • costo e ingombro: gli obiettivi con apertura maggiore tendono ad essere più costosi e più grandi (ciò è particolarmente evidente per le lunghe focali, teleobiettivi).
  • peso: con l’aumento della luminosità, spesso aumenta anche il peso dell’obiettivo, il che può essere un fattore limitante per chi cerca portabilità non potendo ricorrere a supporti di appoggio.
  • vignettatura: alcuni obiettivi possono presentare una perdita di luminosità ai bordi dell’immagine, soprattutto quando utilizzati a tutta apertura e soprattutto nelle ottiche grandangolari.

Quando preferire ottiche luminose

  • Grandangolari e Standard (24mm – 50mm): Ideali per interni e ritratti ambientati e con soggetti in movimento.
  • Teleobiettivi medio-lunghi (85mm – 200mm): Utili per ritratti, sport e fotografia naturalistica e con soggetti in movimento.
  • Super teleobiettivi (300mm e oltre): Benefici per animali selvatici e eventi sportivi in condizioni di luce non ottimali e con soggetti in movimento.

Talvolta, anche in situazioni di bassa luminosità, non è sempre vantaggioso utilizzare la massima apertura dell’obiettivo. Ad esempio, nelle foto seguenti, per ottenere una buona profondità di campo, con l’obiettivo in questione (28mm f2), ho scelto di utilizzare un diaframma f8 e un tempo di esposizione anche di 4 secondi, appoggiando la fotocamera su una panca della chiesa.

Alcune foto del 28mm

Nelle foto seguenti ho mantenuto costanti il diaframma (f8) e la luminosità dell’ambiente (mattina primaverile/estiva tra le 9:00 e le 9:30), utilizzando le stesse impostazioni di ripresa con cui ho già realizzato scatti simili con il 15mm f4,5.

Eccesso di luce e contrasto

Già dai primi giorni di luglio, tra le 9:30 e le 10:30, la luce diventa intensa causando spesso forti contrasti tra ombre e luci. Questo contrasto può essere gestito con sovra/sotto esposizione. Un metodo efficace è “bloccare” l’esposizione su un valore adatto al soggetto inquadrato ricomponendo poi l’inquadratura. Tuttavia il risultato non è sempre soddisfacente ed è consigliabile scattare numerose foto. Ecco alcuni esempi.

Adattatore Leica L-Mount/M Mount – Sony E Mount di tipo “Close Focus

Come indicato qui, le ottiche in esame, compatibili con attacco Leica L-Mount (a vite, 39mm) o M-Mount (baionetta), sono montate su un corpo macchina digitale Sony Alpha con innesto E-Mount. Per far ciò, attraverso un anello adattatore, le ottiche Voigtländer vengono “allontanate” dal corpo macchina digitale a causa della minore distanza che intercorre tra l’innesto e il sensore digitale rispetto invece alla posizione della pellicola nei corpi a telemetro Leica. Questo anello adattatore può essere “close focus”, ovvero dotato di una ghiera che permette di allontanare ulteriormente l’obiettivo conferendo funzionalità macro all’ottica. Di seguito, alcune fotografie scattate in modalità macro, con giochi di profondità di campo (diaframmando fino ad f22).

Semplicemente scattando foto, iniziamo a immergerci nel vasto e ancora esplorabile mondo della fotografia. Questo richiede una conoscenza di base delle caratteristiche e delle tecniche fondamentali, molte delle quali derivano da concetti classici di gestione della luce, valevoli anche nell’era dei sensori digitali. Ci sarà molto da dire sull’esposizione luminosa, sull’illuminazione naturale e artificiale. Passo dopo passo, percorreremo insieme un cammino che ci porterà a riscoprire ed apprezzare la fotografia classica, in contrasto con l’era dei selfie. Resta connesso!


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